Cosa accade agli eredi se il beneficiario di una detrazione per spese di ristrutturazione è deceduto?
Nella dichiarazione dei redditi è possibile portare in detrazione le spese relative agli interventi di ristrutturazione edilizia di un immobile ad uso abitativo.
In caso di decesso del beneficiario della detrazione, quest'ultima può essere trasferita per intero agli eredi (vedi anche Modello 730 de cuius per gli eredi), relativamente alle quote non ancora detratte, seppur a determinate condizioni.
La detrazione, infatti, spetta agli eredi che "mantengono la detenzione materiale e diretta del bene", cioè che possono disporre dell'immobile a prescindere che lo usino come propria abitazione principale.
Nel caso di più eredi, la detrazione verrà così ripartita:
pro-quota, a ciascun erede, nel caso in cui l'immobile sia libero
per intero, solo a chi usa l'immobile come abitazione (gli altri eredi, infatti, non possiedono la detenzione materiale e diretta del bene).
Qualora il coniuge superstite rinunci all'eredità, mantenendo solo il diritto all'abitazione, le quote residue non potranno essere erogate a suo favore, in quanto la condizione di "erede" è venuta meno.
É indispensabile che la detenzione del bene sussista per tutti gli anni in cui si vuole usufruire della rata di detrazione, non solo per l'anno di accettazione dell'eredità: qualora l'erede scelga di locare l'immobile ereditato, non potrà usufruire delle rate di detrazione per gli anni in cui l'immobile sarà affittato poiché non possederà più la detenzione materiale e diretta del bene. Solo al termine del contratto di locazione potrà beneficiare delle eventuali rate residue.
Inoltre, laddove l'immobile ereditato sia locato anche solo per parte dell'anno, non si potrà comunque beneficiare della quota di detrazione rispetto a tale annualità.
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